Come costruire una pipa
Costruire una pipa è senz'ombra di dubbio un'operazione molto complessa, che richede una certa scrupolosità, in particolar modo in alcune fasi, in cui il più piccolo degli errori può pregiudicare irrimediabilmente il processo, finendo per scartare la pipa.
Oltre a questo, sono necessari dei macchinari specifici, come il tornio, che permettono di svolgere un lavoro preciso e di qualità, senza grosse difficoltà.
Vediamo insieme come costruire una pipa!
Preparazione del blocco di radica
Una volta estratto il ciocco di radica, è bene evitare che sia a contatto con l'aria secca e i raggi solari: l'importante è che questo sia sempre umido.
A tal fine, le aziende tendono a coprire i ciocchi di terra o di sacchi di juta bagnati.
Quando ben umidificato, il ciocco va pulito e liberato di ogni elemento estraneo, come la terra.
A questo punto, bisogna rimuovere il cuore della radica, che è inutilizzabile: da questo momento inizia la preparazione vera e propria del blocco di radica.
Ogni metà del ciocco va tagliata con la sega circolare, così da ottenere gli "abbozzi", ovvero dei pezzetti di legno, ciascuno dei quali darà origine alle teste delle pipe.
Possiamo considerare 3 tipologie di taglio degli abbozzi, che determinano diverse categorie di qualità e dimensioni.
Ad esempio, una di queste è costituita dalle "placche", molto rare, in cui si mantiene la scorza esterna della radica, ottenendo abbozzi di grandi dimensioni.
Queste sono caratterizzate da venature di eccellente qualità, tipiche nelle pipe freehand, dove il rim del fornello è costituito dalla scorza stessa del ciocco.
Gli altri due tipi di abbozzo sono i "marsigliesi", per la produzione delle pipe dritte, e i "rilevati", utilizzati per le pipe curve.
Quella della preparazione del blocco di radica è una fase di fondamentale importanza, perché più si sfrutta la qualità della radica, più la pipa sarà bella, magari se arricchita da grandi venature.
Una volta raggruppati gli abbozzi, chiaramente in base alla tipologia, vanno bolliti in un calderone di rame al calore del fuoco, al fine di eliminare la linfa del legno, che potrebbe generare fenditure durante l'essiccazione, ma anche per conferirgli una tinta più scura.
Gli abbozzi vanno fatti bollire per sei ore, per poi lasciarli per altre dodici ore, ma a fuoco spento.
Successivamente, si lasciano seccare a temperatura ambiente per almeno un mese.
In questa fase, è probabile che degli abbozzi si siano fessurati, quindi vanno eliminati, ma attenzione: ottenere abbozzi perfetti è molto difficile, quindi non preoccuparti di mantenere quelli con difetti minimi, perché non compremetteranno la qualità della pipa, o, al limite, potranno essere corretti in fase di fabbricazione.
Ora che gli abbozzi sono pronti, si passa alla stagionatura della radica, che può essere naturale o artificiale.
La stagionatura naturale dura da quattro a sei mesi e consiste nel disporre gli abbozzi su dei tralicci all'aria aperta, da rivoltare a intervalli regolari.
Questa tipologia di stagionatura garantisce il mantenimento di tutte le qualità del legno, altrimenti si opta per quello artificiale.
Il sistema artificiale consiste nel sottoporre gli abbozzi a un ciclo continuo di aria calda.
In questo caso, sono sufficienti dalle quattro alle cinque settimane, senza la necessità di una manutenzione, dato che gli abbozzi vanno lasciati all'interno dei sacchi d'origine.
Anche dopo la stagionatura, c'è il rischio che gli abbozzi si fessurino durante l'essicazione e, chiaramente, vanno scartati.
Ora, inizia la realizzazione vera e propria della pipa.
Intaglio della pipa
Da questo momento in poi, l'abbozzo va via via liberandosi della sua "pelle" originaria, per iniziare ad assumere una forma e un decoro, a seguito di una serie di operazioni.
Innanzitutto, abbiamo una fase di "rettificazione", in cui si va a rifinire i piani e gli angoli dell'abbozzo attraverso la sega circolare, così da ottenere il volume desiderato.
A questo punto, entra in gioco la "svasatrice", che dà origine al fornello: l'abbozzo viene fatto ruotare davanti a un tornio, che modella il focolare e la parte superiore del fornello.
Poi, la parte di abbozzo da cui nascerà il cannello viene fatta girare contro una pialla in acciaio dotata di lame, che va a modellare il cannello, dandogli la forma desiderata, quindi ovale o tonda, lunga o corta.
Una volta realizzato il cannello, si procede alla rifinitura della testa.
Attraverso la fresatura, si libera la parte della testa, chiamata "fondo del vaso", impiegando una speciale macchina che realizza la forma del modello che si intende ottenere.
Considerando che la fresatrice non arriva agli angoli sotto la testa, si rende necessario un altro passaggio, la raspatura, servendosi di una lima.
Foratura della pipa
Adesso, si arriva alla fase più delicata dell'intera costruzione della pipa: la perforazione del cannello.
Per farlo, si trattiene il fornello con delle ganasce in una forma di legno di bosso, mentre il cannello viene avvicinato alla punta di un trapano.
La punta deve essere costantemente ingrassata e sbucare in basso e al centro del focolare.
Anche il più piccolo errore in termini di centratura può rovinare irrimediabilmente la pipa, causando problemi di tiraggio.
Fatto ciò, la testa della pipa è quasi pronta, ma è facile che si rendano evidenti difetti nel legno dovuti alle operazioni precedenti.
Quindi, potrebbe risultare necessaria un'ulteriore selezione.
Per porre rimedio alle piccole imperfezioni del legno, alle fenditure e ai buchi, si procede alla stuccatura.
I difetti vanno prima portati alla luce con la sgorbia, per poi coprirli con del mastice a base di colla di pesce e polvere d'alabastro, attraverso una spatola.
Le pareti della radica non saranno ancora perfettamente omogenee, quindi sarà necessario eliminare i "peluzzi" della radica con l'inceratura: si prende un tampone di feltro imbevuto d'olio e spalmato di police per pressarlo nel focolare.
Infine, si esegue la seconda perforazione del canello, con cui si ottiene lo spazio necessario ad ospitare l'innesto del bocchino.
A questo punto si va a montare la pipa, quindi ad unire il cannello e il bocchino, andando a ritoccare l'imboccatura così che si adatti perfettamente al cannello, servendosi del tornio.
Risulterà necessaria anche la filettatura: si fa girare un piccolo pettine a lama che scava il passo di vite che andrà ad ospitare testa e bocchino.
Sempre attraverso il tornio, utilizzando un piccolo disco rivestito di carta vetrata si passa alla rifinitura, che permette il perfetto allineamento tra bocchino e cannello.
Levigatura della pipa
Un'altra operazione molto delicata della costruzione delle pipe, che si pone subito dopo le suddette, è quella di levigatura, che elimina imperfezioni dovute alle macchine e all'eccedenza di mastice nella testa e nel bocchino.
Per eseguirla, al tornio, si passa la pipa con carta vetrata sempre più sottile.
Si tratta di una fase in cui bisogna prestare la massima attenzione, poichè c'è il rischio di alterare la forma della pipa.
Ad esempio, un contatto eccessivo con il tornio rischierebbe di appiattire una curva della pipa, pregiudicado irrimediabilmente la pipa.
Terminata la levigatura, la pipa è quasi pronta.
Finisaggio della pipa
Si arriva così all'ultima fase della produzione di una pipa: il suo finisaggio.
È indubbio che le pipe di prima scelta restano al naturale, o magari venendo sottoposte a una leggera politura con olii particolari.
In questa fase si effettua, eventualmente, anche la tintura.
Si può scegliere qualsiasi tonalità, ma è indubbio che quelle più scure permettono di nascondere le imperfezioni e le stuccature.
Si tratta di un'operazione svolta sempre a mano, applicando un mordente a tampone o con l'ausilio di un pennello, per poi riscaldarlo lievemente a fuoco al fine di fissarlo.
Poi, la pipa va lasciata asciugare, appendendola, magari su delle rastrelliere con una lampada a infrarossi.
La lucidatura è il passaggio successivo: utilizzando dei rulli di feltro, si eliminano eventuali colature di colore, rendendo uniforme la tinta sulla superficie della testa
Una volta tinta e lucidata, si può passare alla verniciatura della pipa: anche qui bisogna prestare molta attenzione.
Infatti, la vernice, appena applicata, si secca quasi immediatamente, per cui va stesa in modo uniforme sulla testa, esercitando sempre la stessa pressione, in un unico passaggio.
Basta una sola "ripresa" di vernice e la pipa sarebbe da buttare.
Oltre a questo, bisogna fare attenzione a non far colare la vernice nel focolare, in quanto la renderebbe infumabile.
Il tutto appare molto complicato, considerando che anche il rim della pipa va verniciato.
A questo punto, in relazione al caso specifico, si passa alla sabbiatura o alla rusticatura.
Nel caso della sabbiatura, la pipa viene sottoposta a getti di sabbia e polvere di vetro, che rodono le parti più morbide della radica, mettendo in rilievo le sue fibre dure.
L'operazione di sabbiatura, però, viene effettuata all'interno di una cassa di vetro, dove si lavora attraverso dei manicotti.
In caso contrario, si rischia di invadere il proprio ambiente, oltre che i propri polmoni, di polvere e sabbia.
La sabbiatura ha il vantaggio di recuperare pipe "difettose", ma anche di rendere più fresche le fumate, a causa del peso ridotto e della superficie irregolare.
Per quanto riguarda la rusticatura, spesso viene eseguita quando la testa presenta un gran numero di difetti.
Per cancellare queste imperfezioni ci si serve di una fresa, che scolpisce il pezzo.
Così facendo, le fenditure e i buchi della radica scompaiono dalla radica.
Si tratta di un'operazione molto complessa, che richiede pazienza e un lavoro di intaglio davvero scrupoloso.
L'operazione finale, effettuata sia su pipe naturali, che verniciate, consiste in un'ultima levigatura, eseguita in modo molto leggero con feltro impregnato di apposita crema o pelle di camoscio.
Eventualmente, si può effettuare anche l'intubazione, con cui si fissa il bocchino, e l'insufflazione, che elimina tutti i residui di polvere nel cannello e nel bocchino con l'aria compressa.
Ora, la tua pipa è finalmente pronta!