Pipe in gesso: tutto quello che c'è da sapere

Pipe in gesso: tutto quello che c'è da sapere

 

Sebbene oggi siano meno diffuse rispetto al passato, le pipe in gesso continuano a suscitare curiosità tra gli appassionati, soprattutto per la loro capacità di estrarre “aromi nascosti” dai tabacchi più corposi, offrendo un’esperienza di fumata unica nel suo genere. 

In questo articolo esploreremo la storia, le caratteristiche, i pro e i contro delle pipe in gesso.

 

Storia delle pipe in gesso

 

In realtà, queste pipe non sono propriamente in gesso (cioè solfato di calcio), ma di una particolare argilla plastica di colore biancastro.

Potremmo quasi definirle “pipe di terra bianche”, ma l’uso comune ci porta da sempre a chiamarle semplicemente pipe in gesso.

In passato, le pipe in gesso erano molto diffuse, anzi erano le più fumate fino alla fine dell’Ottocento, specialmente fra il popolo.

Quelle francesi, olandesi, inglesi e belghe erano le più popolari ed erano realizzate di diversi tipi e grandezze.

La maggior parte erano a pezzo unico (come quella in foto), con fornello e cannello integrati. Altre ancora avevano solo il fornello in argilla, mentre il bocchino era in legno. 

Spesso, il fornello di quest’ultime rappresentavano le teste di personaggi celebri, sconosciuti o animali.

Pare che le prime pipe in gesso furono prodotte in Inghilterra, con l’Olanda che ne divenne successivamente il principale produttore. 

Dalla città di Gouda, a partire dal 1600, provengono gran parte delle pipe in gesso, persino quelle dei giorni nostri.

 

Pipe in gesso: caratteristiche

 

Ormai le pipe di gesso non hanno più la popolarità del passato, ma si tratta di una tipologia davvero sottovalutata, perché permette di estrarre aromi molto delicati dai tabacchi da pipa più corposi.

Crediamo che ogni appassionato dovrebbe provare almeno una volta l’esperienza di fumata della pipa in gesso, perché offre una prospettiva completamente diversa rispetto alla radica.

Ma presentano anche dei lati negativi: sono molto fragili, richiedono un minimo di rodaggio quando sono nuove e rischiano di scottare le mani maneggiandole dal fornello.

Con l’uso, la fumata migliora sempre di più e, per evitare scottature, basta abituarsi a mantenere la pipa per il cannello.

I tabacchi più adatti alle pipe in gesso sono quelli più semplici e forti.

Il motivo è semplice: la pipa in gesso svela le qualità nascoste di questi tabacchi, al contrario, una miscela delicata e aromatica è più adatta a una pipa in radica.

Oltre ai classici accorgimenti della pipa in radica, per fumare al meglio la pipa in gesso, è bene seguire anche queste piccole regole:

 

- accenderla facendo attenzione che tutta la superficie del fornello bruci in modo omogeneo;

- non usarla all’aperto, quando la temperatura esterna è particolarmente fredda;

- fumarla a boccate lente e regolari, altrimenti si rischia di creare bruciature sul fornello.

 

Come deve essere una buona pipa in gesso?

 

Il nostro consiglio è di preferire quelle non troppo lunghe e di un brand affermato (quelle olandesi e francesi tendenzialmente sono le migliori). Il fornello deve essere liscio, privo di smalti, dallo spessore uniforme e senza fessurazioni.

Il bocchino deve avere il condotto centrato, non troppo stretto e che sbocchi direttamente sul fondo del fornello, mai sopra di esso, altrimenti la combustione risulterà problematica.

A nostro parere, per quelle prive di bocchino e con cannello integrato al fornello, è preferibile evitare il contatto dei denti con l’argilla.

Un tempo si usava avvolgere l’estremità del cannello con uno spago, ma ormai si possono usare anche i pratici gommini protettivi del bocchino, concepiti per evitare di rovinare quelli in ebanite al contatto coi denti.

 

Rodaggio delle pipe in gesso

 

Per dare il loro meglio, le pipe in gesso richiedono un rodaggio.

I francesi definiscono questo rodaggio “culottage”, che in italiano tradurremmo “imbrunimento”, anche se non è un termine del tutto adatto (qui abbiamo approfondito il culottage delle pipe in schiuma).

Se è vero che tutte le pipe, anche quelle in radica, tendano a “imbrunirsi” con le fumate, il vero culottage si ha con le pipe in schiuma e quelle in gesso.

Se nelle pipe in schiuma si sviluppano molteplici sfumature giallastre, il culottage è più cupo e con sfumature di nero nelle pipe in gesso.

La migliore tecnica per il rodaggio delle pipe in gesso consiste nel riempire il fornello fino all’orlo, con un tabacco secco e ben compresso e fumarlo con boccate piccole e regolari.

Dopo qualche fumata, ti accorgerai che all’inizio del cannello si formerà una macchia di colore giallo o brunastro, che andrà ad estendersi verso tutto il cannello.

Dopo qualche settimana di fumate, l’intero cannello sarà annerito, con una tinta variabile che va dal color caffé al nero intenso.

Ci sono pipe che anneriscono solo nel cannello, altre che anneriscono anche nella parte bassa del fornello.

Le cause dei diversi annerimenti sono diverse, come la qualità dell’argilla e l’umidità del tabacco.

Quando si sceglie un tabacco molto secco, assicurandosi che esso bruci completamente fino al fondo del fornello (e pulendo quest’ultimo per bene dopo ogni fumata), dovrebbe imbrunirsi solamente il cannello.

Se desiderassi annerire anche la parte bassa del fornello, il consiglio è di preferire un tabacco umido e fumare senza consumarlo interamente, lasciando un residuo incombusto sul fondo, che andrà rimosso dopo ogni fumata.

Le boccate devono essere ancora più lente e, alla termine di ciascuna, bisogna risoffiarne una piccola parte nel cannello, così da osservare un piccola spira di fumo alzarsi dal fornello.

Bisognerà avere pazienza finché l’annerimento andrà a diffondersi sino all’altezza del residuo di tabacco incombusto… ma non è detto che ciò avvenga. 

Ci sono pipe che per loro intrinseca natura, imbruniscono solo nel cannello.

Interessante come nell’Ottocento ci si rivolgesse ai “professionisti del culottage”, figure che venivano incaricate, dietro pagamento, di annerire le pipe.

Questo professione iniziò a tramontare nella seconda metà dell’Ottocento, quando iniziarono ad essere prodotte pipe in gesso imbrunite artificialmente. Pare che questo pipe venissero prima scaldate e poi immerse in un decotto di tabacco.

 

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