Manutenzione interna della pipa

Manutenzione interna della pipa

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Manutenzione interna della pipa

 

Per garantirti fumate sempre piacevoli e soddisfacenti, è essenziale una corretta manutenzione interna della pipa.

In questo articolo esploreremo le tecniche fondamentali per la manutenzione interna della pipa, un aspetto spesso trascurato ma cruciale per preservare la qualità e la longevità della pipa.

 

Manutenzione della crosta di carbone

 

La crosta di carbone che si forma sulle pareti del fornello della pipa deriva dal deposito di piccolissime particelle durante la combustione.

Queste particelle, raffreddandosi velocemente, si fissano sulla superficie interna del fornello creando una sorta di “camicia protettiva”.

Per far sì che questo processo avvenga omogeneamente, andrebbero ripulite le pareti del fornello dopo ogni fumata, rimuovendo i frammenti di tabacco incombusti rimasti attaccati alle pareti.

È anche importante una tecnica di fumata ottimale, cioè a boccate piccole e regolari.

Per quanto riguarda il mantenimento della crosta, bisogna evitare alcune pratiche scorrette.

Un errore piuttosto comune è svuotare la pipa a caldo, battendo il fornello sul posacenere. È deleterio perché la crosta è sollecitata da tensioni termomeccaniche, dovute alla brusca transizione da caldo a freddo della crosta.

Ciò provoca la fessurazione e il conseguente distacco della crosta dal fornello.

Quando non si hanno scovolini e curapipe a portata di mano, è preferibile battere la pipa sul palmo della mano.

Anche l’uso incorretto del curapipe può essere determinante. Infatti c’è il rischio che con il curapipe si vada ad incidere più o meno profondamente sulla crosta.

Se poi ci sono delle tensioni termomeccaniche, è più facile che si creino delle crepe che ne compromettano la struttura.

Da evitare l’aromatizzazione del fornello, magari con whisky o grappa. Il rischio è sempre quello di indebolirla, facendola staccare.

Come potrai immaginare, anche l’incorretto uso della fresa per la riduzione della crosta è determinante.

Un’eccessiva pressione sulle pareti del fornello o una sua disassialità rispetto al fornello, può creare strappi irregolari nella superficie della crosta. L’ideale è applicare una pressione moderata, regolarmente distribuita, così da praticare un’azione abrasiva uniforme.

Un’alternativa alle frese è la carta abrasiva, passando prima un tipo più grossolano e poi uno più fine, così da rendere la superficie della crosta liscia e poco porosa.

Dopo quest’operazione di usura regolare della crosta (fino a lasciare uno spessore di due millimetri circa), bisogna soffiare all’interno del fornello e del cannello e passare uno scovolino, così da eliminare i residui di crosta polverizzata e le particelle abrasive rimaste sulle pareti.

 

Eliminare i depositi nel cannello

 

Quest’operazione si effettua al termine della fumata. Bisogna sfilare il bocchino, facendo attenzione dato che la pipa è calda, e poi soffiare forte nel cannello, per poi passare lo scovolino più volte.

Se si ha l’abitudine di pulire la pipa ogni volta che si usa, si possono usare degli scovolini morbidi (qui puoi trovarne al miglior prezzo online), in quanto i depositi da rimuovere saranno minimi. Inoltre, lo scovolino morbido aiuta ad asciugare la condensa dovuta all’umidità del tabacco o alla tecnica di fumata.

Nel caso invece la pulizia del cannello sia saltuaria, andrebbero preferiti degli scovolini abrasivi, perché si saranno formati dei depositi catramosi resi vischiosi dalle fumate.

Se il cannello non viene pulito da molto tempo, quest’operazione potrebbe risultare insufficiente, perché lo strato catramoso si sarà indurito. In tal caso bisognerebbe ricorrere a liquidi solventi, che permettono di sciogliere il catrame.

Se si utilizza il solvente, bisogna considerare che questo lascerà nel cannello un odore sgradevole che può perdurare per più fumate.

Quindi andrebbe usato solo se il catrame si è solidificato ed è di complicata rimozione con gli scovolini.

Se si verifica questa necessità, il solvente va lasciato nel cannello per qualche ora per poi tappare il passaggio al fornello e all’altra estremità del cannello, in modo che il liquido non evapori troppo rapidamente. 

Dopo 5-6 ore si può riaprire il condotto e versare via il solvente, che nel frattempo avrà assunto un colore bruno-rossastro. Poi si passa uno scovolino abrasivo e uno morbido per asciugare il cannello.

A questo punto si lascia riposare la pipa smontata per almeno 2-3 ore, così da far dissolvere l’odore del solvente.

Se i depositi catramosi sono recenti, è meglio insistere con scovolini abrasivi.

Il consiglio generale è cercare di evitare il più possibile questa pratica, dedicando piuttosto quei pochi minuti di tempo alla pulizia della pipa dopo ogni fumata.

 

Manutenzione interna del bocchino

 

La manutenzione interna del bocchino è molto simile a quella del cannello.

Al termine della fumata, lo scovolino andrebbe passato anche nel bocchino, altrimenti si rischia di dover applicare il solvente.

Nei bocchini in metacrilato o ebanite è sufficiente passare uno scovolino morbido con il solvente e ripetere l’operazione finché non esce privo di tracce catramose. Infine, si asciuga con una passata di scovolino morbido. 

Solo nel caso dei bocchini in corno è bene ripetere l’operazione più volte, essendo più assorbenti.

 

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